Web Flâneur

Flâneur è un termine coniato dal poeta Charles Baudelaire e indica un gentiluomo che vaga per la città provando emozioni e sorpresa.

Il concetto di flâneur contemplato anche da Walter Benjamin, ricorre nelle discussioni accademiche sulla modernità di quei tempi, si riteneva infatti che i cambiamenti sociali ed economici portati dall’industrializzazione richiedessero una nuova figura di artista.

In veste di ideologo immerso nella metropoli per osservare i comportamenti e diventare un conoscitore analitico del tessuto urbano, “un botanico del marciapiede”, per usare le parole di Baudelaire

Si riteneva che l’arte tradizionale fosse incapace di descrivere le nuove e complicate dinamiche della vita moderna, e poiché la storia si ripete, oggi assistiamo alla rinascita di questo protagonista raffigurato in questa opera grafica intitolata Web Flâneur. Un personaggio colto come il suo progenitore, che staziona seduto al tavolino di un bar osservando la folla e lo smartphone, ma soprattutto un navigatore instancabile, che pratica lo sniffing con abilità e competenza, passando ore davanti al computer in ciabatte, alla ricerca di itinerari casuali, mai programmati.

Il web flâneur è un “animale” contemporaneamente casalingo e urbano, un solitario che ama la folla, un osservatore che interfaccia le realtà, sovrappone le esistenze, distillando le informazioni, la sua competenza e curiosità lo spingono a esplorare territori non battuti e a osservare disinteressato il teatro del web.

C’è un segreto che sostiene l’ossessivo desiderio di stare in rete, è la consapevolezza di trovare qualcosa di inaspettato mentre si sta cercando qualcos’altro, il climax desiderato dunque è la serendipity, cioè quel misto di fortunata coincidenza e guizzo dell’ingegno alla base di ogni scoperta, unito alla capacità di intercettare riflessioni e intuizioni altrui per compendiarle nel proprio contesto.

Un intellettuale del terzo millennio che svolge attività critica e creativa, surfando il web in modo paziente e spericolato, o fluttuando nella rete come un algoritmo silenzioso, un araldo intelligente e nume tutelare di un luogo primigenio, in cui è in atto un cambiamento sociale economico e valoriale, dunque un gentiluomo che vaga in questo luogo e opera con risolutezza senza regole apparenti o particolari aspettative, riuscendo così a cogliere anche quello che di solito noi esseri comuni non riusciamo a vedere.