Zang tag tag

Zang Tumb Tumb è un’opera letteraria del futurista italiano Filippo Tommaso Marinetti. Un poemetto, ispirato all’assedio di Adrianopoli durante la prima guerra balcanica, in cui l’autore utilizza metodi di stampa e di impaginazione dal grande effetto visivo, il testo si compone anche delle parole in libertà, tecnica di scrittura futurista che prevede l’abolizione dei nessi sintattici tradizionali. (I principi e le regole di questa tecnica letteraria sono state individuate e scritte da Marinetti nel “Manifesto tecnico della letteratura futurista” dell’11 maggio 1912 e riprese anche nel successivo “Distruzione della sintassi/Immaginazione senza fili/Parole in libertà” dell’11 maggio 1913. …Non perderà tempo a costruire i periodi. S’infischierà della punteggiatura e dell’aggettivazione.

Disprezzerà cesellature e sfumature di linguaggio, e in fretta vi getterà affannosamente nei nervi le sue sensazioni visive, auditive, olfattive, secondo la loro corrente incalzante…Manate di parole essenziali senza alcun ordine convenzionale. (Wikipedia cfr. Parole in libertà)

L’opera grafica Zang tag tag declina le intenzioni futuriste in quella che oggi è l’essenza del linguaggio del web, le nuvole di tag, cioè parole-marcatori o etichette visualizzate in insiemi esattamente come le parole in libertà, e come nel poema sono la sintesi narrativa che sta intorno al soggetto racconto, una connessione diretta al futurismo che rivela la grande intuizione anticipando di cento anni una modalità comunicativa sistemica e alla base degli scambi informativi del web.

L’artista ci mostra le parole libere più cercate nella rete in una composizione tipografica dallo straordinario effetto visivo e immagina di declamare la scrittura come una poesia, di fatto nata nel web e immagine struttura stessa della rete. Le sequenze di parole sono una mappa aperta a infinite associazioni e criteri logici, sono l’essenza di internet, flussi di nomi che si aprono ad infinite combinazioni.

I tag sono il riassunto della complessità, sono ovunque nella rete e sono la sintesi di ciò che cerchiamo, sono costellazioni per i naviganti, la conferma di dove ci troviamo, sono riferimenti famigliari, rassicuranti, sono la struttura di internet, gli agganci per condividere le informazioni, e per rintracciare velocemente percorsi e contenuti. Il linguaggio della rete è in grado di riorganizzare se stesso conservando l’essenza di significato, una sorta di sintesi narrativa sia semantica che visiva, un processo singolarmente analogo a quello dell’opera futurista addirittura simile, poiché la duplice denominazione “parole in libertà” e “tavole parolibere”, ricalcano esattamente la dinamica dei tag. Un aspetto letterario e visivo dunque sono il paradigma di questa opera grafica che con audacia e fondamento trova un’importante connessione fra l’avanguardia storica italiana più importante e la modernità del world wide web.