Message in a bottle

Mentre il messaggio in bottiglia era un sistema di comunicazione affidato al mare, il nostro messaggio è affidato alla rete digitale pur con la speranza di venire raccolto da un umano e non intercettato da una macchina senziente o da un essere ibrido.

Il nostro è un messaggio di paura e preoccupazione per ciò che accadrà in futuro con l’intelligenza artificiale, che già in questi anni venti del terzo millennio dimostra performance impressionanti e una capacità intellettiva minacciosa per l’umanità, con il rischio concreto di essere ausiliari sottomessi o quantomeno aiutanti subalterni, di un sistema governato dagli algoritmi. Così lanciamo con forza un grido metaforico di aiuto da affidare alla rete fluttuante del WEB. Non sappiamo se la A.I. sarà capace di emozioni umane, se sarà benevola o malevola ma supponiamo che potrebbe sviluppare un metodo distruttivo per raggiungere i suoi propositi e questo potrà accadere ogni volta che non riusciamo ad allineare gli obiettivi dell’A.I. con i nostri.

Come ad esempio chiedere a un’automobile intelligente di portarci all’aeroporto il più velocemente possibile, lo farà rispettando il codice o giungeremo alla meta inseguiti dalla polizia e pieni di contusioni, non facendo quello che volevamo ma letteralmente quello che chiedevamo. Dunque parole come competenza possono coincidere con malevolenza, come mostrano questi esempi, credo che nessuno di noi sia malvagio odiatore di api ma se sei uno spazzacamino e c’è un alveare nella cappa, peccato per le api. Se l’obiettivo chiave della ricerca sulla sicurezza dell’A.I. è di non mettere mai l’umanità nella posizione di quelle api, chi e cosa gestirà la capacita di discernimento, poiché l’A.I. ha il potenziale per diventare più intelligente di qualsiasi essere umano, inoltre non abbiamo un modo infallibile per prevedere come si comporterà. Non possiamo usare la tecnologia del passato come una base perché non abbiamo mai creato nulla che abbia la capacità di superarci.

Oggi controlliamo il pianeta, essendo gli abitanti più intelligenti, se smetteremo di esserlo, perderemo il controllo. Ecco perché lo sgomento e l’angoscia hanno il sopravvento, dopo gli entusiasmi iniziali per l’avvento del computer, tutto sta velocemente cambiando, quando abbiamo scritto queste parole, ci siamo resi conto con tristezza che la maggior parte di ciò che abbiamo immaginato negli ultimi vent’anni si è avverato e ha portato servizi e benefici ma ora è finita un’epoca e vediamo l’alba di un periodo rischioso e imprevedibile. Chiunque o qualunque cosa tu sia, caro lettore – un umano, una macchina senziente o un ibrido vorremmo che comprendessi che più che un tentativo di prevedere il futuro forse impossibile, questo messaggio vuole essere un invito a impegnarsi in una conversazione che ha già trasceso il tempo e lo spazio, anche se le questioni che contiene saranno irrilevanti, siamo consapevoli che chi lo leggerà potrebbe ignorarlo, e chi lo leggerà con interesse potrebbe non essere in grado di fare nulla.