Narciso

Il celeberrimo mito descritto da Ovidio nelle Metamorfosi narra la vita di un fanciullo trasformato in fiore, un narciso affetto da una grandiosa idea di sé, posseduto da un culto smodato della propria personalità e svuotato dell’incapacità di amare altri che non se stesso.

Un mito esemplare, che ora si manifesta in forma dilagante nei meccanismi vuoti e frivoli dei social media, una epidemia di vanagloriosi ha provocato un sordido meccanismo di spettacolarizzazione del proprio essere e della propria esistenza, tutti vogliono essere popolari, protagonisti della cultura dominante dell’egocentrismo e della fatuità.

Dunque una moltitudine di pavoni pieni di sé navigano nel web, postano foto e creano blog farlocchi in cerca di fama, pervasi da un desiderio irrefrenabile di lasciare traccia di sé, e diffondere segni ovunque del loro essere bravi e belli, essere capaci, essere ricchi e così via.

Certamente Narciso nell’era tecnologica si specchia ancora, ma non più in uno stagno, si riflette sconsideratamente in un display, dove affoga con i suoi simili, e gli sconosciuti scambiati per amici che nulla hanno a che spartire gli uni con gli altri. I vanitosi riuniti marcano il territorio, affermando il loro potere con periodici sconfinamenti sulle bacheche altrui silenziosi e mutevoli, vagano come ombre nel web interessati solo alla media alta dei like che li rendono socialmente accettabili. Sono drogati? Siamo di fronte ad una nuova forma di dipendenza?

Difficile capire un fenomeno epocale di questa entità, certo si potrebbe dire che i social network sono la più diffusa droga dei nostri tempi, ma sono anche la panacea a qualunque problema di comunicazione che libera molti da recondite e nascoste patologie relazionali, oltre a rendere ogni individuo partecipe e protagonista a questo magnifico gioco.

D’altra parte, conoscere ogni cosa, comunicare con chiunque, in qualsiasi momento della giornata, in qualunque luogo è una possibilità che interessa tutti ed è alla portata di tutti, confermando il world wide web come il luogo con la più alta forma di democrazia mai raggiunta nella storia dell’umanità.