Neurolink
Connessioni e interfacce per il cervello, capacità di spiare i neuroni con micro elettrodi, inseriti nelle nostre teste e proteine fluorescenti che inviano informazioni non sono frasi da Black Mirror, ma processi tecnologici drammaticamente presenti nella realtà.
Un tempo si parlava di Microchip neurale immaginando future implicazioni nefaste per l’umanità, ma anche miracolose e vaghe guarigioni. In ogni caso il terrore si ripropone e la paura che ci procurava Frankenstein piuttosto che Terminator è in aumento. E si aggiunga alla lista anche Blade Runner, dove la creatura sintetica condivideva con il suo creatore addirittura il patrimonio genetico. Da una parte l’uomo occidentale è stato sempre affascinato dagli automi e dalla possibilità di creare vita, tutto ciò può essere collegato alla rivoluzione industriale, al mito della forza e dell’acciaio, quando si profila l’idea di far nascere un ibrido uomo-macchina, ipotesi affascinante: il cervello umano protetto da un corpo metallico indistruttibile.
Oggi però, nonostante prevalga la diffidenza per queste innovazioni, il progresso imposto dalle oligarchie tecnocratiche ci proietta inevitabilmente in un tetro futuro fatto di menti eterodirette, di chip neurali in grado di flat-linearti eseguendo all’istante una sentenza di morte o, peggio, lobotomia a causa del tuo libero pensiero, di nano chirurgie estetiche elette a status symbol e di antiche malattie endemiche non ancora curate, perché troppo poco redditizie. Nonostante l’intransigenza estrema nel rifiuto di un ibrido uomo-macchina, la nostra specie corre a folle velocità in direzione della reciproca integrazione mente-sistema: nel nostro futuro c’è il connubio uomo-macchina che con ogni probabilità sarà propiziato dalle ultime scoperte nel campo della genetica, dell’intelligenza artificiale e della nanotecnologia.
Quando tutte e tre queste tecnologie avranno raggiunto il punto di non ritorno, il genere umano precipiterà al di là dell’orizzonte degli eventi che per il momento gli preclude la via verso altre e più alte soluzioni evolutive.
L’opera grafica Neurolink ci mostra il cervello umano a simmetria bilaterale rimodellato; sono visibili a fianco del nevrasse un’allegoria di fantasmagorici collegamenti di natura artificiale connessi con l’encefalo che risulta essere un complesso sistema omeostatico regolato dall’esterno, un tripudio di ramage e vortici neuronali, lobi parietali colonizzati da chip e connessioni, dove l’attività del cervello riceve dall’esterno le istruzioni per svolgere le sue funzioni cognitive. Ironica opera dove è prevista anche la possibilità di un black out per sovraccarico nella speranza che, allo scattare della valvola, ci liberi dalla prigionia.