One Religion

Se la nascita del potere moderno è l’evoluzione del potere pastorale (Michael Focault), Internet è la nuova modalità per evangelizzare il mondo, e i meccanismi psicologici e pedagogici insiti nella rete ci confermano quanto le forme religiose siano ben presenti anche oggi.

La religione è un insieme di regole di vita, sentimenti e rappresentazioni collettive che interagiscono nella comunità con riti, miti e cerimonie, indirizzate a Dio, regole imposte che ogni fedele ripete incessantemente, replicando gesti e comportamenti.

La rete ora si propone come una dottrina praticata da tutti, regolare e indiscutibile che similmente alla religione ripete meccanismi rituali e decifrabili: il culto, i tempietti, i simboli, i feticci e la narrazione, incluso la dottrina professata dai video game.

Occorre dunque riconoscere che il web contiene la più grande società di massa della storia, una immensa comunità religiosa mai vista prima dove gli adepti pur con le loro diversità, quotidianamente si connettono disciplinati, una sorta di catechismo esistenziale dove Dio è il tecnocapitalismo che vigila e orchestra le possibilità di connessione. Un’enorme quantità di individui tranquillamente integrati e controllati nella loro produttività-utilità in un delirio sfrenato da connessione globalizzata, pervasa da tecno-ottimismo, esaltato dalla promessa di imminenti rivoluzioni tecnologiche puntualmente realizzate.

Un gregge i cui devoti, compresi quelli che non entrano in “chiesa”, interrogano la rete per avere le risposte, ecco dunque che Internet sembra essere il luogo delle risposte, che sono sempre troppe e tutt’altro che univoche, spesso la risposta è un insieme di link che rinviano ad altre risposte, quindi il problema non è reperire il messaggio, ma riconoscerlo.

Dunque una religiosità ribaltata, dove risposte plausibili sono offerte a domande non ancora formulate, e poiché prima vengono le risposte, l’uomo è costretto a riconoscere le sue domande più radicali e autentiche, una condizione paradossale e di smarrimento che dobbiamo affrontare con lucidità, assediati da un entusiasmo mistico, originato da sacerdoti e profeti della rivoluzione digitale.

La scelta è chiara e il cammino che ci aspetta porterà un salto evolutivo verso un’identità post umana, che consentirà ai nostri discendenti di emanciparsi dai vecchi limiti fisici e mentali: una mutazione destinata a scaturire dalla ibridazione progressiva fra uomini e macchine e dalla loro integrazione in un nuovo tipo di coscienza collettiva.