Smart Knife

Ognuno di noi ha in tasca qualcosa che in pochissimo tempo ha reso obsoleti oggetti di uso comune: orologi, navigatori, torce, fotocamere, telecamere, registratori, apparecchi musicali, sveglie, radio, tv, giornali e un elenco infinito di altre cose, compresi i cin-gum, anch’essi travolti dalla mancanza di noia che prima ci colpiva nelle attese, ora sostituita dalla curiosità morbosa e smanettona che si riversa sul piccolo schermo.

Lo smartphone, una rivoluzione formidabile e senza precedenti, dal grande potere anche distruttivo che, oltre a portarci il mondo in tasca, connettendoci ovunque e con chiunque, ha fagocitato prodotti commerciali mettendo fuori gioco intere filiere industriali e riducendo secondo molti analisti il prodotto interno lordo del mondo. Una catastrofe o piuttosto una distruzione creatrice?

È evidente che una innovazione di questo calibro, porta con sé un drastico processo selettivo contribuendo al fallimento di tutte le aziende incapaci di intercettare il cambiamento ma al tempo stesso favorendo la nascita di altre.

Così mentre sono morti i lettori MP3 e agonizzano i navigatori satellitari e le fotocamere, qualcuno parla del paradosso candela: “Lo smartphone ha messo fuori gioco le candele per illuminare in caso di oscurità. Ma negli ultimi quattro anni i consumi sono aumentati in Europa, perché ora la candela serve a profumare gli ambienti”.(Roberto Verganti)

Ogni funzione che si aggiunge allo smartphone determina la morte di qualcosa, si salva chi cambia pelle e si adatta, ma come è illustrato in questa opera grafica, sono numerose e innovative le opportunità che si aggiungono, accrescendo il potere di questo device che si pone al centro della convergenza digitale e della smartphone economy.

Bisogna altresì considerare che l’aumento della complessità è inevitabile e le richieste in termini di competenza e preparazione alzeranno l’asticella, ciascuno di noi oggi ha una enorme quantità di strumenti e di dati, la difficoltà è trovare ciò che è utile alla nostra vita e al nostro benessere per decidere in modo consapevole evitando il paradosso del grande Victorinox, un esagerato coltellino svizzero con centinaia di funzioni che per complessità e dimensioni perde il suo scopo iniziale.

Si tratta di una questione che ci porta a riflettere sulle crescenti ed eccessive invenzioni tecnologiche, e ci interroga sul bisogno effettivo di questa complessità, o tutto ciò è generato da una sovrastruttura progettuale che si autogenera, caricando la nostra esistenza di necessità non richieste?