Smart Spy

C’è un personaggio nell’immaginario collettivo che come pochi sarà in grado di sopravvivere alle trasformazioni tecnologiche? Questa è la domanda che ci si pone con l’opera grafica Smart Spy, in cui appare l’agente segreto 007, universalmente riconosciuto che impugna con disinvoltura uno smartphone anziché la pistola PPK d’ordinanza.

È evidente che l’immagine realizzata nei suoi tratti essenziali ci dà la risposta in modo inequivocabile: James Bond. Un’icona universale che ha attraversato la cultura moderna del dopoguerra, si è fatta carico di cambiamenti politici, storici, sociologici e di gender, passando dalla letteratura allo schermo, è comparso nei videogiochi, ha anticipato l’interesse per l’enogastronomia, passando dal gossip alla semiotica, è stato interpretato da diversi attori rinnovandosi continuamente ed è rimasto fedele a se stesso.

La fenomenologia di Bond quindi è basata su elementi essenziali inossidabili che ne rilanciano continuamente il mito senza perdere in grinta e smalto, alternando vodka martini a champagne, auto sportive a donne e caviale, inclusa naturalmente la licenza di uccidere. Appare dunque chiaro il motivo per cui ogni maschio occidentale vorrebbe identificarsi con Bond.

Senza retoriche, lontano da pensatori e filosofi alla ricerca di risposte politiche parziali distanti dalla realtà, 007 è un modello transgenerazionale dallo stile di vita sempre innovativo che sa essere al centro dell’immaginario sia del maschio alfa proletario e analfabeta che della colta e raffinata upper class.

Si può osservare che nonostante l’eroe di Jan Fleming abbia avuto molti interpreti sullo schermo, in questa opera ci appare senza volto come a dire che non è più soggetto di una pagina scritta o attore in azione sullo schermo ma è inscritto in noi, e lo spazio lasciato vuoto è per la nostra identificazione, non importano quindi i volti e le caratteristiche degli attori che lo hanno interpretato, pure lo scorrere del tempo è ininfluente, sono infatti i valori inossidabili che mette in campo in grado di rigenerare l’interesse degli uomini vigorosi e delle donne con funzionalità ormonali e intellettive. Ecco perché nessuna rivoluzione tecnologica distruggerà 007, perché solo lui sarà in grado di declinarne il significato anticipandone con disinvoltura l’utilizzo, cosi come in passato ci ha spinto verso una modalità turistica internazionale, insegnandoci a praticare il lusso e svelandoci l’esistenza di alberghi prestigiosi, di poter seguire la moda e di avere accesso a consumi tecnologici.

James Bond dunque è davvero il testimone dei mutamenti indotti dal capitalismo e finché sarà il nostro modello di riferimento ne difenderà l’identità, un eroe importantissimo del ventesimo secolo che affronta il terzo millennio con stile convinto e la certezza di essere anticipatore di tutto ciò che avverrà.