Xenos

È un’opera grafica sintetica e simbolica che rappresenta il sentimento che ci accomuna nei confronti dello straniero che arriva nei nostri territori. Un momento di riflessione e di approfondimento sul fenomeno che nonostante il clamore mediatico sostanzialmente ignoriamo. Il confine è un ostacolo quasi sempre superabile! Non consente transiti che non siano regolamentati, e ha dalla sua il peso della legge: per scavalcarlo bisogna infrangerla. Una linea immateriale oltre la quale c’è un altro luogo, che si può raggiungere anche se si impegna per non farci passare. Un invito vietato, oltrepassato il quale provoca brividi di conquista e intensa consapevolezza.

Al di là c’è un paesaggio che pur nella somiglianza non è di appartenenza, una memoria riscrive e codifica questo “oltre” con altri significati che riguardano un’idea di posto migliore dove stare. Ne consegue che i flussi di umanità si spostano verso luoghi già densamente abitati e con abitudini secolarizzate dalla religione e dal diritto romano. Nel frattempo la nostra evidente decadenza assimila il fenomeno e produce solo attività funzionali ad un miglior sfruttamento (economico e simbolico) delle migrazioni stesse. Ma qual è il sentimento che realmente prevale verso questo fenomeno: apertura e comprensione o paura?

L’opera dal titolo Xenos dichiara un duplice sentimento, come a riproporre quella stessa ambiguità di significato che il termine xenos aveva nella Grecia di Omero indicando sia “nemico straniero” che “amico rituale”. Un equilibrio fragile la cui stabilità dipende dalla nostra resilienza, immigrare è portare con sé stati emozionali del proprio paese di origine, contaminare come una malattia il nuovo ambiente che si destabilizza. Questa opera-segnale interpreta la parola greca xenos nella sua duplice ambiguità semantica: nemico straniero/amico rituale, riproponendo quel conflitto di sentimenti che sta investendo la società contemporanea. Il messaggio iconico si insedia lungo reali ed immaginarie linee di confine o spazi negletti, dove i bisogni e le aspettative entrano in collisione, con il rischio di sovvertire l’ordine di convivenza.